Il Premio Spoleto

A Spoleto avvierà, nell’ambito del neocubismo, la sua fortunata carriera artistica e sarà tra i fondatori sia del Gruppo di Spoleto o Gruppo dei Sei (Giuseppe De Gregorio, Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo Rambaldi, Piero Raspi e Bruno Toscano), sostenuto dal critico Francesco Arcangeli  attento osservatore del nascente stile informale, sia del Premio Spoleto che si inaugurerà nel 1953.

L’idea del premio nacque da una profonda e autentica esigenza culturale: “Vorremmo porre l’accento sui motivi concreti che ci hanno ispirato e guidato nella nostra opera e responsabilità di organizzatori: l’aspirazione a partecipare, sia pure umilmente, con la nostra riserva di fede e se si vuole d’ingenuità, a questo arduo e periglioso incontro fra artisti e pubblico, l’ambizione di inserirci in questo dibattito sull’arte che è stato finora privilegio di tre o quattro città italiane, l’ansia di avvicinare, di conoscere, di intervenire nel processo di formazione di una nuova cultura”. (Premessa al catalogo della prima edizione del 1953)

Dopo la prima edizione, d’impostazione generica e informativa, nel 1954 gli organizzatori delinearono una più peculiare fisionomia della manifestazione: “…l’essere una mostra minore e periferica, il cui carattere spontaneo e sperimentale reca inevitabilmente con sé difetti e pericoli che possono compromettere la validità e la durata, può offrire ad un tempo una maggiore apertura, una più spregiudicata e sensibile indicazione di valori, soprattutto di valori nuovi“. (Premessa al catalogo della seconda edizione del 1954)

Divenne naturale quindi prestare particolare attenzione alla situazione artistica contemporanea, evitando criteri antologici e accademici. Il premio propose gli artisti delle leve più giovani, riuscendo ad offrire una vivida immagine delle istanze più nuove della cultura artistica di quegli anni: dalle prime secessioni antinovecentiste, alle riprese post-cubiste  e naturalistiche, dalle varie esperienze astratte, informali  e neoespressioniste, al neofigurativismo e alle successive correnti “Gestaltiche”.

Grazie alla formula del premio acquisto, le opere vincitrici andarono a costituire il nucleo della collezione per la nascente Galleria d’arte moderna di Spoleto, al tempo ubicata nei refettori del complesso monumentale di San Nicolò. Ancora oggi quei quadri e quelle sculture, attualmente conservate al Museo Carandente di Palazzo Collicola-Arti Visive di Spoleto, contribuiscono a documentare le principali tendenze artistiche del tempo.

Vince il Premio Spoleto nel 1953 con il quadro “Senza titolo” e nel 1960 con l’opera “Grande margine orizzontale bianco” o “Frontale”. Nel 1961 è parte della giuria di accettazione e premiazione.

Senza titolo, olio su tela, 1953, 49×69, Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto
Frontale, impasto colorato di bianco zinco con olio di lino e trementina e combustioni su tela, 1960, 154×174, Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto

Il premio destinato a giovani artisti, pittori e scultori, si è svolto dal 1953 al 1963, con due riprese nel 1966 e nel 1968, per un totale di 13 edizioni.

Da sinistra Marignoli, De Gregorio, Ben Shahn e Raspi. Premio Spoleto, 1961

Edizioni Premio Spoleto:

1953 (I edizione) vince il premio con il quadro “Senza titolo”;

1954 (II edizione) partecipa al premio con tre opere;

1955 (III edizione) partecipa al premio con tre opere;

1956 (IV edizione) partecipa al premio con tre opere;

1957 (V edizione) partecipa al premio con tre opere;

1958 (VI edizione) partecipa al premio con tre opere;

1959 (VII edizione) partecipa al premio con tre opere;

1960 (VIII edizione) vince il premio con il quadro “Grande margine orizzontale bianco” o “Frontale”;

1961 (IX edizione) partecipa fuori concorso ed è membro della giuria assieme a Arcangeli, Urbani, Spinosa e Toscano;

1962 (X edizione) partecipa al premio con tre opere;

1963 (XI edizione) partecipa al premio con tre opere;

1966 (XII edizione) partecipa fuori concorso;

1968 (XIII edizione) non partecipa.